Tindari
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Tindari è situata su un promontorio dei monti Nebrodi nella Sicilia settentrionale, in provincia di Messina. Si affaccia sul golfo di Patti e gode di un panorama mozzafiato.
Ha un passato glorioso: fu fondata da Dionisio di Siracusa come colonia di mercenari siracusani e prese il nome da Tyndaris, in onore del mitico re di Sparta.
Da vedere assolutamante il Santuario, posizionato in luogo altamente suggestivo, al culmine di un promontorio a strapiombo. Anticamente qui sorgeva l’acropoli della città. Oggi, il simbolo del santuario è la statua della Madonna Nera, tutta in legno di cedro, probabilmente giunta a Tindari in seguito all’esplosione dell’iconoclastia.
Tipico esempio di arte africana e orientale, la Madonna è raffigurata come “Regina in trono”, e regge in braccio Gesù Bambino. E nella base della statua una citazione del Cantico dei Cantici “Nigra sum sed formosa”, sono bruna, ma bella.
L’area archeologica di Tindari racchiude i resti dell’antica città costruita in pietra arenaria. Mosaici, sculture, oltre a oggetti e ceramiche conservati in parte presso il museo locale e in parte al museo di Palermo.
Il monumento antico, simbolo della città è sicuramente il teatro greco di Tindari. Risale al IV secolo avanti Cristo e fu costruito dai greci anche se più avanti nei secoli i romani rimaneggiarono la struttura per trasformarla in anfiteatro per i giochi dei gladiatori.
Il teatro di Tindari venne costruito sfruttando la conformazione della collina ed era in grado di contenere 3 mila spettatori. Quando intervennero i romani costruirono un portico in laterizio e adattarono l’orchestra ad arena per i giochi. Delle antiche quinte restano solo un arco e parte del fondale, restaurati nel secolo scorso.
Dagli anni Cinquanta del Novecento si svolge un festival artistico, dal 2001 è il Festival dei due mari.
Da visitare anche l’antica città di Tindari dove possiamo vedere:
- la basilica, struttura a due piani dotata di passaggio voltato a botte;
- l’isolato romano confinato tra i decumani e alcune strade secondarie;
- gli edifici costruiti sui diversi livelli del terreno;
- le tabernae e gli antichi negozi, alcuni dotati di retrobottega;
- le domus del I secolo avanti Cristo, con peristilio e colonne in pietra con i capitelli dorici e il tablinium (l’antico salone) e fornite di terme mosaicate (mosaici bianchi e policromi).
Ma anche la natura regala emozioni a Tindari. Sotto il promontorio c’è infatti una lingua di sabbia che racchiude diversi specchi d’acqua. L’assetto della sabbia muta a seconda dell’azione delle mareggiate e altera in continuazione l’aspetto della spiaggia, nota come spiaggia di Marinello, sulla quale circolano da secoli, antiche leggende.
Nella spiaggia c’è anche una grotta che, sempre secondo un’antica leggenda, è popolata da una maga che adescava i marinai con il proprio canto per poi mangiarseli. I fori alle pareti, sono gli affondi delle dita della maga, infuriata quando i marinai riuscivano a fuggire.